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Consiglio ordine avvocati Roma - Il Ministro Orlando, no scioglimento Consiglio Ordine Roma pur in presenza di "obiettiva gravita' dei fatti"

Orlando ha assicurato che il ministero porra' "la piu' ferma attenzione nel passaggio delicato in vista delle prossime elezioni" all'Ordine degli avvocati di Roma, per assicurare "un passaggio elettorale che si svolga secondo criteri di trasparenza".  Una interrogazione parlamentare aveva richiesto al Ministro della giustizia notizie sulla richiesta del Consiglio nazionale forense fatta di disporre lo scioglimento del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Roma, ai sensi dell'articolo 33, comma 1, della legge 31 dicembre 2012, n. 247

Roma, 17 dic. - no allo scioglimento del consiglio dell'ordine degli avvocati di roma.

lo ha detto il guardasigilli Andrea Orlando, rispondendo al question time alla camera.

"In mancanza dei requisiti - ha dichiarato il ministro della giustizia - non si e' dato corso ulteriore alla proposta inoltrata dal consiglio nazionale forense". il cnf, infatti, ha ricordato orlando, aveva chiesto al dicastero di via arenula di disporre lo scioglimento del consiglio dell'ordine degli avvocati di Rroma, dopo l'istruttoria condotta su un esposto presentato da alcuni avvocati in cui si denunciavano "gravi irregolarita'". il guardasigilli, pur parlando di "obiettiva gravita' dei fatti", ha spiegato che "non sono stati ravvisate le ipotesi per cui procedere allo scioglimento" e che "il tempo dell'istruttoria ha ridimensionato la concretezza e l'attualita' digravi motivi per l'interesse pubblico".

Orlando ha assicurato che il ministero porra' "la piu' ferma attenzione nel passaggio delicato in vista delle prossime elezioni" all'ordine degli avvocati di roma, per assicurare "un passaggio elettorale che si svolga secondo criteri di trasparenza". (agi) Atto Camera

dalla stampa:

(Diritto 24 - Il sole 24 Ore) No allo scioglimento del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma.
Lo ha detto il Guardasigilli Andrea Orlando, rispondendo al question time alla Camera. «In mancanza dei requisiti - ha dichiarato il ministro della Giustizia - non si è dato corso ulteriore alla proposta inoltrata dal Consiglio nazionale forense».
Il Cnf, infatti, ha ricordato Orlando, aveva chiesto al dicastero di via Arenula di disporre lo scioglimento del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Roma, dopo l'istruttoria condotta su un esposto presentato da alcuni avvocati in cui si denunciavano «gravi irregolarità».
Il Guardasigilli, pur parlando di «obiettiva gravità dei fatti», ha spiegato che «non sono stati ravvisate le ipotesi per cui procedere allo scioglimento» e che «il tempo dell'istruttoria ha ridimensionato la concretezza e l'attualità di gravi motivi per l'interesse pubblico». Orlando ha assicurato che il ministero porrà «la più ferma attenzione nel passaggio delicato in vista delle prossime elezioni» all'Ordine degli avvocati di Roma, per assicurare «un passaggio elettorale che si svolga secondo criteri di trasparenza». (Diritto 24 - Il sole 24 Ore)

(AGI) - ROMA, 17 DIC. - NO ALLO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA. LO HA DETTO IL GUARDASIGILLI ANDREA ORLANDO, RISPONDENDO AL QUESTION TIME ALLA CAMERA. "IN MANCANZA DEI REQUISITI - HA DICHIARATO IL MINISTRO DELLA giustizia - NON SI E' DATO CORSO ULTERIORE ALLA PROPOSTA INOLTRATA DAL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE". IL CNF, INFATTI, HA RICORDATO ORLANDO, AVEVA CHIESTO AL DICASTERO DI VIA ARENULA DI DISPORRE LO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA, DOPO L'ISTRUTTORIA CONDOTTA SU UN ESPOSTO PRESENTATO DA ALCUNI AVVOCATI IN CUI SI DENUNCIAVANO "GRAVI IRREGOLARITA'". IL GUARDASIGILLI, PUR PARLANDO DI "OBIETTIVA GRAVITA' DEI FATTI", HA SPIEGATO CHE "NON SONO STATI RAVVISATE LE IPOTESI PER CUI PROCEDERE ALLO SCIOGLIMENTO" E CHE "IL TEMPO DELL'ISTRUTTORIA HA RIDIMENSIONATO LA CONCRETEZZA E L'ATTUALITA' DI GRAVI MOTIVI PER L'INTERESSE PUBBLICO". ORLANDO HA ASSICURATO CHE IL MINISTERO PORRA' "LA PIU' FERMA ATTENZIONE NEL PASSAGGIO DELICATO IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI" ALL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA, PER ASSICURARE "UN PASSAGGIO ELETTORALE CHE SI SVOLGA SECONDO CRITERI DI TRASPARENZA". (AGI)

ECCO LA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA PRESENTATA DALL'ON.le MAZZIOTTI DI CELSO ANDREA
testo di Martedì 16 dicembre 2014, seduta n. 350
MAZZIOTTI DI CELSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
con nota del 16 novembre 2012, il Ministero della giustizia ha delegato il Consiglio nazionale forense a svolgere attività di indagine, tesa ad approfondire i fatti e le circostanze oggetto della segnalazione di alcuni avvocati iscritti all'ordine di Roma, relativa a presunte irregolarità nella gestione del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma;
gli esiti di tale attività sono stati trasmessi dal Consiglio nazionale forense al Ministero della giustizia con nota, in data 19 luglio 2013, per quanto di competenza del Ministero stesso;
con nota del 19 dicembre 2013, il Ministero della giustizia ha invece disposto che per il prosieguo del procedimento fosse il Consiglio nazionale forense ad esprimere preventivamente il suo parere/proposta;
in data 28 marzo 2014, il Consiglio nazionale forense ha chiesto al Ministero della giustizia di disporre lo scioglimento del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma, ai sensi dell'articolo 33, comma 1, della legge 31 dicembre 2012, n. 247;
con diffida in data 10 aprile 2014, notificata l'8 maggio 2014, il Ministero della giustizia intimava al Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma di produrre entro 10 giorni una serie di documenti, ai fini del provvedimenti di cui all'articolo 33;
la proposta di scioglimento del Consiglio nazionale forense si basa su fatti che, se confermati, sarebbero molto gravi: la conclusione di un contratto per la cura dell'immagine e comunicazione del Consiglio con un soggetto che è poi risultato socio del presidente del Consiglio dell'ordine in altra società di comunicazione (avente sede presso l'abitazione del presidente stesso) e la stipula di numerosi contratti a tempo determinato con modalità non corrette, cinque dei quali a favore di parenti di dipendenti del Consiglio dell'ordine (a seguito dell'annullamento d'ufficio, per gravi irregolarità, del concorso per assunzioni a tempo indeterminato precedentemente indetto dal Consiglio);
da notizie di stampa risultano in corso una serie di procedimenti penali relativi alla gestione del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma, che includono anche i fatti oggetto dell'indagine del Consiglio nazionale forense;
ai sensi dell'articolo 33 della legge 31 dicembre 2014, n. 247, il consiglio è sciolto se non è in grado di funzionare regolarmente, se non adempie agli obblighi prescritti dalla legge o se ricorrono altri gravi motivi di rilevante interesse pubblico;
lo scioglimento e la nomina del commissario sono disposti con decreto del Ministro della giustizia, su proposta del Consiglio nazionale forense, previa diffida;
sono decorsi otto mesi dalla proposta di scioglimento del Consiglio nazionale forense e sette mesi dalla scadenza del termine per consegna di documenti, contenuto nella diffida ministeriale notificata l'8 maggio 2014; nonostante il tempo trascorso, il Ministro interrogato non ha ancora provveduto;
recentemente, il Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma, destinatario della suddetta proposta di scioglimento del Consiglio nazionale forense, ha indetto le elezioni per il prossimo Consiglio dell'ordine per il 14, 15, 16 e 17 gennaio 2015, provocando ulteriori polemiche per la data anticipata rispetto alla prassi degli anni precedenti;
è evidente l'urgenza di fare chiarezza, in quanto non è pensabile che le elezioni possano essere gestite da un Consiglio dell'ordine sul quale pende una richiesta di scioglimento per gravi violazioni ed irregolarità;
pare, quindi, essenziale che il Ministero della giustizia provveda entro pochi giorni, esprimendosi in un senso o nell'altro sulla proposta di scioglimento del Consiglio nazionale forense, non essendo possibile che tale situazione di incertezza continui anche nel mese precedente le elezioni, perché gravissimi sarebbero i danni per la credibilità dell'istituzione forense –:
se intenda provvedere sulla richiesta del Consiglio nazionale forense e se il relativo provvedimento sarà emesso entro il 20 dicembre 2014, in modo da consentire che la situazione sia definita con congruo anticipo rispetto alla data delle elezioni. (3-01227)