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I consiglieri di minoranza dell'Ordine di Roma relegati in basso, su banchetti da scolari, senza un appoggio, con tavolini “simil/mensa” !!!!!!

La email inviata dai Consiglieri di serie B agli avvocati Romani

CERIMONIA STORICA COA ROMA CONSEGNA MEDAGLIE ED ATTESTATI 50/60/70 ANNI DI PROFESSIONE

NO AI CONSIGLIERI DI SERIE A E CONSIGLIERI DI SERIE B!  

Gentile Collega, 

come saprai, a seguito dell’approvazione della legge professionale forense – L. 247/2012 - il numero dei consiglieri dell’Ordine degli Avvocati di Roma è aumentato da 15 a 25. 

Nonostante il precedente quinquennio consiliare, che tutti ricorderanno per la lunga “prorogatio”, l’allora Consiglio dell’Ordine non ha inteso provvedere – come avrebbe dovuto -ad adeguare l’aula consiliare, in previsione della nuova compagine dei Consiglieri che sono stati eletti nella recente competizione elettorale dello scorso settembre 2017. 

Tale mancato adeguamento della Sala Avvocati del COA Roma, ha portato, come forse qualcuno voleva, ad una situazione che risulta difficile aggettivare, poiché ci sono Consiglieri, eletti ritualmente con il voto dei Colleghi, che sono stati relegati in una posizione certamente non conferente al ruolo ricoperto in ossequio al mandato ricevuto dagli Avvocati romani. 

Tale criterio di “collocazione” dei Consiglieri eletti, è stato scelto e deciso unilateralmente dall’avv. Mauro Vaglio, Presidente del precedente quinquennio e Presidente dell’attuale consiliatura. 

Chiunque entri nella nota Sala Avvocati, rileverà che vi è lo storico ed augusto “scranno” del COA Roma con gli antichi 15 posti, ed una serie di tavolini, collocati alla rinfusa, che assomigliano più ad un asilo infantile o ad una sala mensa di un autogrill di un’autostrada che ad un’aula di un Consiglio dell’Ordine degli Avvocati tra i più storici d’Italia. 

La cosa che più stupisce è il criterio che il Presidente Vaglio - nel silenzio ossequioso degli altri 15 Consiglieri eletti nella sua lista - ha dichiarato di adottare nell’assegnazione dei posti: i componenti della sua “maggioranza” siedono nello storico Emiciclo, mentre chi fa parte della “negletta minoranza” viene relegato in basso, su banchetti da scolari, senza un appoggio, con tavolini “simil/mensa”. 

Quanto sopra palesemente in spregio alle elementari regole istituzionali, politiche, di protocollo e – permettete – di buona educazione che da sempre, nell’assegnazione dei posti, impongono all’osservanza del criterio di anzianità. 

Ma sia chiaro, ciò non è soltanto un problema formale. 

Tale atteggiamento, si assomma ad una gestione consiliare “dittatoriale” che mira a “ghettizzare” tutti quei Consiglieri che non fanno parte della cerchia della maggioranza dell’attuale leadership consiliare. 

Basti pensare anche, come tanti Colleghi romani che partecipano ai Seminari e Convegni in tema, alla differente valutazione dei crediti attribuiti ai Convegni, a seconda che ci sia la presenza dei Consiglieri di “maggioranza” o di “minoranza”. Se la relazione è di un Consigliere di “maggioranza” merita, sempre e comunque, il doppio dei crediti formativi e deontologici rispetto ad una relazione di un Consiglieri di “minoranza”. 

In poche parole, Mauro Vaglio, Pietro Di Tosto, Antonino Galletti ed i loro silenti ed ubbidienti componenti della maggioranza, gestiscono l’Ordine degli Avvocati di Roma, come se si trattasse del loro Studio professionale. 

È bene far presente – al fine di sgombrare il campo da ogni strumentalizzazione - che la differenziazione “maggioranza e/o minoranza” è terminologia utilizzata proprio dagli eletti della Lista Vaglio: più volte durante gli interventi a verbale degli otto Consiglieri firmatari della presente, si è stigmatizzata tale modalità dialettica ponendo l’accento sulla funzione di “Consiglieri dell’Ordine”, e non anche di competitori, maggiori o minori che siano. 

Sebbene chi scrive abbia preso atto - con amarezza e legittimo rammarico - della situazione descritta nel corso delle normali adunanze del giovedì al solo fine di consentirne il regolare svolgimento nell’interesse superiore della Categoria, oggi ci si rifiuta di rispettare questa logica – tipica dei regimi dittatoriali – soprattutto nella imminenza della prestigiosa Cerimonia pubblica della consegna delle medaglie celebrative 50/60/70 anni di professione. 

Non è dignitoso che l’Ordine degli Avvocati di Roma, che è l’Istituzione nobile della nostra Categoria, dia l’immagine di una “corte feudale”, con il cerchio imperiale in primo piano ed i valletti sudditi seduti come sottomessi al Dominus medievale. 

Abbiamo chiesto – più volte- il rispetto del protocollo, ma la risposta è sempre stata: NO! 

Per questo motivo - al fine di tutelare la dignità dell’Istituzione e soprattutto dei tanti Avvocati che hanno inteso onorarci della loro fiducia e del loro voto- avevamo deciso, con immenso dolore e patimento,di non partecipare alle cerimonie della consegna dei diplomi e delle medaglie previste per il 15 e 16 dicembre p.v. lasciando spazio a chi, evidentemente, dimostra di non desiderare in alcune modo di rendere omaggio ai Colleghi, bensì di avere, prioritariamente, la necessità di usare il “palcoscenico” del Consiglio dando spazio e mostra della propria superbia imposta con la fredda logica dei numeri e della matematica e del silenzio pavido di Consiglieri allineati ed ossequiosi. 

Tuttavia abbiamo poi ritenuto che la nostra assenza avrebbe potuto essere interpretata come una mancanza di rispetto, soprattutto nei confronti dei colleghi più anziani che meritano il tributo dell'intero Consiglio per il traguardo conseguito. 

L'affetto e il rispetto per i colleghi , unitamente al senso di responsabilità istituzionale cui ogni Consigliere non può e non deve derogare, ci inducono dunque a presenziare, nonostante le gravi continue mancanze di riguardo nei nostri confronti, percepibili già dallo sguardo d'insieme dell'Aula e per il quale ci scusiamo con i Colleghi che verranno premiati. 

Con il nostro più cordiale saluto e con gli auguri più affettuosi per un sereno Natale. 

Cristiana Arditi di Castelvetere, Giorgia Celletti, Massimiliano Cesali, Antonio Conte, Cristina Fasciotti, Roberto Nicodemi, Livia Rossi, Isabella Maria Stoppani