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Esame avvocati sessione 2022 - Linee generali per la formulazione dei quesiti da porre nella prima prova orale e per la valutazione dei candidati

Decreto 21 dicembre 2022 - Sessione di esami per l’iscrizione negli albi degli Avvocati – anno 2022 - Linee generali per la formulazione dei quesiti da porre nella prima prova orale e per la valutazione dei candidati - 21 dicembre 2022


Il Ministro della Giustizia

VISTO il decreto-legge 13 marzo 2021, n. 31, recante “Misure urgenti in materia di svolgimento dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato durante l’emergenza epidemiologica da COVID-19”;

VISTO l’art. 39 bis del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, rubricato “Disposizioni in materia di svolgimento della sessione dell’anno 2022 dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato”, introdotto dalla legge di conversione 4 agosto 2022, n. 122;

VISTO l’articolo 12 del decreto ministeriale 16 settembre 2022, con il quale è stata bandita la sessione 2022 dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense;

CONSIDERATO che l’articolo 39 bis, comma 3, del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, demanda a un decreto del Ministro della giustizia, sentita la commissione centrale costituita ai sensi dell'articolo 22 del regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 gennaio 1934, n. 36, l’adozione delle linee generali da seguire per la formulazione dei quesiti da porre nella prima prova orale e per la valutazione dei candidati, in modo da garantire l'omogeneità e la coerenza dei criteri di esame;

SENTITA la commissione centrale, costituita con decreto ministeriale del 6 dicembre 2022, e considerate le osservazioni dalla stessa formulate e comunicate a questo Ministero in data 15 dicembre 2022,

DECRETA

Art. 1

Ai sensi dell’articolo 39 bis, comma 3, del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, sono adottate e riportate in allegato al presente decreto le linee generali da seguire per la formulazione dei quesiti da porre nella prima prova orale dell’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di avvocato (sessione 2022) e per la valutazione dei candidati, in modo da garantire l'omogeneità e la coerenza dei criteri di esame.

Roma, 21 dicembre 2022

Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato (sessione 2022 - d.m. 16 settembre 2022)

Linee generali per la formulazione dei quesiti da porre nella prima prova orale e per la valutazione dei candidati

1. Premessa

La prima prova orale dell’esame di abilitazione alla professione forense ha ad oggetto l’esame e la discussione di una questione pratico-applicativa, nella forma della soluzione di un caso, che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, in una materia scelta preventivamente dal candidato tra le seguenti: materia regolata dal codice civile; materia regolata dal codice penale; diritto amministrativo (art. 2, comma 2, decreto-legge n. 31/2021).

Per lo svolgimento della prima prova orale è assegnata complessivamente un’ora dal momento della fine della dettatura del quesito, suddivisa in trenta minuti per l’esame preliminare del quesito e trenta minuti per la discussione. Durante l’esame preliminare del quesito il candidato può consultare i codici, anche commentati esclusivamente con la giurisprudenza, le leggi e i decreti dello Stato (art. 2, comma 4, decreto-legge n. 31/2021).

2. Oggetto e struttura del quesito

Il quesito deve avere ad oggetto una questione pratico-applicativa ed essere formulato quale richiesta di soluzione di un caso. Deve cioè essere posto all’esame del candidato un caso pratico (una fattispecie concreta, una quaestio facti) rispetto al quale egli, nelle vesti di un legale, deve prospettare una soluzione giuridica, espressiva di una possibile iniziativa difensiva. Può trattarsi di un caso tratto dalla giurisprudenza, anche rielaborato.

Il quesito non deve essere meramente teorico e non deve implicare l’esposizione a tema su un argomento, svincolata da un caso concreto. Essenziale al quesito e alla tipologia della prova d’esame, infatti, è la dimensione pratico-applicativa, volta a verificare la capacità di individuare, inquadrare e risolvere problemi giuridici partendo da casi concreti. Il quesito deve essere pertanto concepito come un caso che si possa presentare nell’esperienza professionale di un avvocato.

Il caso deve essere formulato in modo tale da consentire il riferimento a uno o più istituti di diritto sostanziale e di diritto processuale, anche attraverso lo svolgimento di brevi cenni di inquadramento in ordine agli stessi, che assicurino la coerenza del percorso di illustrazione della soluzione. Il quesito non deve essere meramente sostanziale, né esclusivamente processuale; deve infatti valorizzare sia il profilo sostanziale, sia il profilo processuale. Il quesito e il caso devono in particolare essere impostati partendo dal diritto sostanziale e dando rilievo a uno o più profili di diritto processuale, e non viceversa. La conoscenza del diritto processuale, d’altra parte, può essere anche desunta indirettamente dalla corretta individuazione del rimedio o comunque dell’istituto processuale rilevante nel caso concreto.

La lunghezza e la complessità del quesito, rapportate ai relativi nuclei problematici e al numero delle questioni di diritto coinvolte, devono essere opportunamente valutate, caso per caso, in relazione al tempo a disposizione del candidato per l’esame preliminare e per la discussione.

I quesiti dovranno per quanto possibile presentare una struttura uniforme, così articolata:

a) breve esposizione di un caso prospettabile nell’esperienza professionale;

b) indicazione, nella descrizione della fattispecie concreta, di circostanze utili a individuare i profili/elementi rilevanti per il diritto sostanziale e processuale, i nodi problematici e gli istituti coinvolti;

c) posizione del quesito al candidato, che assume le vesti del legale.

A titolo puramente esemplificativo si riportano di seguito, per ciascuna materia, alcuni quesiti tipo.

Diritto civile

Con contratto di compravendita in data 3 gennaio 2020, la società Alpha S.r.l. (“Alpha”) acquista dal rivenditore di automobili usate Caio un autoveicolo di marca Ypsilon. Nel corso delle trattative, intercorse anche via e-mail, il legale rappresentante di Alpha aveva dichiarato espressamente di essere intenzionato all’acquisto di un Ypsilon Z4, Full Hybrid e con un chilometraggio inferiore di 50.000 Km. Il rivenditore Caio proponeva ad Alpha l’acquisto di un’auto con quelle caratteristiche e nel contratto di compravendita le parti si richiamavano integralmente alla proposta di acquisto. L’automobile veniva consegnata il 21 febbraio 2020. Il 20 marzo 2020, Alpha - rivoltasi al suo meccanico di fiducia - scopre che l’automobile non possiede le qualità indicate espressamente nella compravendita: essa non risulta essere un hybrid e il chilometraggio si rivela di molto superiore rispetto a quello indicato nel contachilometri. La compratrice denuncia i vizi con una telefonata al venditore il 25 marzo 2020 e spedisce una e-mail con il dettaglio dei vizi in data 7 aprile 2020. Caio risponde dicendo che nessuna garanzia è dovuta perché la denuncia è stata intempestiva. Il candidato, assunte le vesti del legale di Alpha inquadra il caso individuando la disciplina applicabile e le possibili iniziative che Alpha potrebbe assumere.

Caio il giorno 15 aprile 2021, verso le ore 13.00, nel percorrere a piedi sul marciapiedi la centralissima via Roma del Comune di Rovigo, inciampava in un cordolo di cemento verniciato in giallo e nero ivi istallato per delimitare un contenitore di rifiuti. In seguito alla caduta riportava la frattura della gamba destra tanto da dover essere necessario il trasporto in ospedale per il tramite di una ambulanza allertata da una pattuglia della Polizia Municipale intervenuta nell’immediatezza degli eventi. Dopo qualche tempo, Caio decide di rivolgersi ad un legale per informarsi circa la possibilità di ottenere un risarcimento da parte del Comune in quanto ente proprietario della strada.

Il candidato, assunte le vesti del legale di Caio, inquadri il caso individuando la disciplina applicabile e le possibili iniziative che Caio potrebbe assumere.

In data 13 aprile 2017, per euro 200.000, Tizio acquista dalla società immobiliare Gamma un immobile, sito nel centro del comune di Torino, da destinare a sede della propria attività commerciale, pur essendo a conoscenza che detto immobile era gravato da un pignoramento per euro 50.000. Nel contratto la società Gamma dichiarava, tuttavia, che il pignoramento iscritto sull'immobile «era in corso di cancellazione» e che sarebbe stato suo onere provvedere alla cancellazione della trascrizione.

Successivamente, nell’ottobre del 2017, si rivolgeva all’istituto di credito Alfa per ottenere un mutuo di euro 80.000 al tasso fisso dell’1%, dichiarandosi disponibile all’iscrizione di garanzia ipotecaria sull'immobile acquistato qualche mese prima. In seguito al diniego dell’istituto di credito Alfa, Tizio appurava la non veridicità della circostanza riferita dalla società Gamma. Tizio, quindi, si rivolgeva alla finanziaria Beta per ottenere un finanziamento di euro 30.000 al tasso del 4% e, attingendo ai propri risparmi per ulteriori euro 20.000, provvedeva a cancellare il pignoramento. Tizio, quindi, posto il fatto che il venditore dell'immobile - per giunta società immobiliare e quindi professionalmente avvezza a compravendite immobiliari - pur essendosi contrattualmente impegnato a completare la pratica di cancellazione e pur avendo riscosso l'integrale corrispettivo della compravendita, non si era minimamente preoccupato della dovuta cancellazione, così palesemente violando il diritto assoluto dell'acquirente ad acquistare un bene immobile libero da vincoli giuridici e, quindi, il generale dovere del neminem laedere, si rivolgeva ad un legale per conoscere le azioni esperibili nei confronti della società Gamma al fine di ottenere il ristoro sia dei danni contrattuali che extracontrattuali subiti.

Il candidato assunte le vesti del legale di Tizio, individui la disciplina applicabile e le iniziative che Tizio potrebbe assumere.

Diritto penale

Tizio, ristoratore, si reca da un legale per rappresentare quanto segue. A seguito di un controllo effettuato dalla polizia giudiziaria presso il proprio ristorante venivano rinvenuti diversi alimenti surgelati, presenti nella cucina. Gli operanti contestavano che nei menù presenti nella sala del ristorante non erano indicati gli alimenti surgelati, che venivano quindi posti sotto sequestro. Venivano altresì rinvenuti e posti in sequestro alcuni granchi, aragoste ed astici detenuti vivi all’interno di un frigorifero a temperature prossime agli zero gradi centigradi. Il candidato, assunte le vesti del legale di tizio, esamini e illustri i profili di possibile rilevanza penale che emergono nel caso concreto e prospetti una linea difensiva, comprensiva delle iniziative che possono essere assunte.

Caio si reca presso la gioielleria di Tizio proponendo a quest’ultimo l’acquisto di un prezioso e antico bracciale di brillanti, ad un prezzo insolitamente vantaggioso per quel tipo di gioiello. Caio giustifica tale offerta sostenendo che il bracciale sarebbe appartenuto alla sua famiglia e che a malincuore deve venderlo perché oppresso dai debiti. Tizio acquista il bracciale e lo espone in una vetrina interna al negozio, accanto ad altri gioielli antichi. A distanza di mesi una signora entra nella gioielleria e riconosce il bracciale esposto come proprio. La medesima, tempo addietro, aveva sporto denuncia per il furto di alcuni gioielli, tra cui il bracciale in questione del quale al momento della denuncia aveva anche prodotto una fotografia. Accertata questa circostanza, viene avviato a carico di Tizio un procedimento penale per il delitto di ricettazione.

Il candidato, assunte le vesti del legale di tizio, esamini e illustri i profili di possibile rilevanza penale che emergono nel caso concreto e prospetti una linea difensiva, comprensiva delle iniziative che possono essere assunte.

Tizio, in qualità di Presidente del consiglio di amministrazione dell'azienda pubblica di trasporti Gamma s.r.l, in ragione del suo ruolo all'interno della predetta azienda, utilizzava un'autovettura di servizio a sua disposizione fra il dicembre 2011 e l'agosto 2012. Da indagini di PG avviate a seguito della denuncia di alcuni dipendenti veniva accertato che la predetta autovettura era stata utilizzata per esigenze strettamente personali (anche in ore serali ed in giorni festivi) come, ad esempio, accompagnare in diversi luoghi la figlia e la moglie e per recarsi dalla propria abitazione alla sede del Municipio di Kappa - comune del quale era Sindaco - dove il veicolo veniva parcheggiato durante l'espletamento dei suoi impegni istituzionali. Il candidato, assunte le vesti del legale di tizio, esamini e illustri i profili di possibile rilevanza penale che emergono nel caso concreto e prospetti una linea difensiva, comprensiva delle iniziative che possono essere assunte.

Diritto amministrativo

Una società a partecipazione pubblica locale, a seguito di gara pubblica, ha affidato i lavori di ristrutturazione e manutenzione oltre che la gestione di un importante centro sportivo comunale, ad un soggetto privato con una concessione di costruzione e gestione di durata decennale. A partire dal 1° gennaio 2020, il concessionario, anche a causa di periodi di chiusura forzata 4 determinati dai provvedimenti governativi per la prevenzione del contagio da COVID-19, ha accumulato una serie di morosità nel pagamento del canone di concessione previsto in favore della società pubblica, ed è rimasto inadempiente rispetto all’obbligo contrattualmente assunto di porre in essere le attività di manutenzione. La società pubblica si reca da un legale, per chiedere se, essendo venuta meno la fiducia nel concessionario e data la rilevanza pubblica del centro sportivo, vi siano i presupposti per esercitare una revoca della concessione oppure se vi siano altri modi per porre fine al rapporto concessorio e quali rischi la società si assumerebbe nel farlo. Esprima il candidato un parere al riguardo, soffermandosi sulle conseguenze per l’assistito delle varie opzioni percorribili, esaminando anche i profili di giurisdizione inerenti ad azioni legali conseguenti alla decisione della società a partecipazione pubblica di porre fine al contratto di concessione.

I comproprietari dell’immobile sito nel centro storico cittadino del Comune di Alfa decidono di procedere all’ancoraggio sul tetto del loro edificio di moduli fotovoltaici, posizionati sulla copertura del tetto al fine di realizzare un completamento dei lavori di ristrutturazione, grazie ai quali tutti i servizi (luce, acqua, riscaldamento) verranno alimentati dall’impianto fotovoltaico. A tal fine possono documentare che hanno conferito incarico alla Società Beta, che si è interessata per esplicita clausola contrattuale - di ogni aspetto autorizzativo ed esecutivo dell’opera. In particolare, anche individuando e remunerando il professionista responsabile delle asseverazioni necessarie in sede di SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). L’Ufficio Tecnico del Comune contesta la legittimità dell’intervento, in particolare deducendo che per tutta la Zona Omogenea del Centro Storico la installazione di pannelli solari fotovoltaici sul tetto (in quanto visibili dalla strada pubblica) è risultata oggetto di disciplina di divieto da parte del Consiglio

Comunale, in sede di approvazione di una specifica Variante al PRG (Piano Regolatore Generale) del Comune; con la precisazione che l’iter di formazione della Variante si è perfezionato da oltre un anno, anche con la approvazione finale da parte dei competenti organi della Regione. I comproprietari si rivolgono al Legale di fiducia per conoscere quali siano gli strumenti di tutela utilizzabili, anche al fine di evitare la applicazione delle sanzioni minacciate dal Comune. Il candidato, assunte le vesti del legale dei comproprietari, risponda al quesito illustrando, anche, la linea difensiva più opportuna.

La Società Alfa intende realizzare un intervento edilizio su un’ampia porzione del territorio del Comune Beta, che richiede la sottoscrizione di una convenzione di lottizzazione approvata dal Consiglio Comunale in attuazione delle previsioni del PRG (Piano Regolatore Generale). La convenzione quantifica anche gli oneri di urbanizzazione che devono essere versati al Comune.

La Società Alfa intende contestare, in corso di esecuzione, la misura degli oneri di urbanizzazione, in particolare contestando la natura di alcune opere di viabilità a lei addossate. A tal fine è in grado di esibire una nota, che propone in via transattiva una riduzione parziale della somma dovuta. La nota è sottoscritta per conoscenza dal RUP del Comune. Il candidato, assunte le vesti di legale della Società Alfa, esprima il suo parere su quale sia la possibile azione giudiziaria contro il Comune Beta e sulla fondatezza della pretesa di restituzione parziale degli oneri di urbanizzazione già versati.

3. Materie oggetto dei quesiti

Per quanto riguarda il diritto civile e il diritto penale, la disciplina dell’esame fa riferimento a una “materia regolata dal codice civile” e “dal codice penale”. Il quesito non può pertanto avere ad oggetto materie disciplinate nell’ambito delle leggi complementari al codice civile e al codice penale. Quanto in particolare al codice civile, la vastità della materia suggerisce - conformemente alla decennale prassi delle tradizionali prove scritte, sostituite dalla prima prova orale - di escludere le materie contenute nel Libro V, costituendo il diritto del lavoro e il diritto commerciale materie specifiche e autonome, comprese tra quelle oggetto della seconda prova orale.

Quanto al diritto amministrativo, la disciplina dell’esame fa riferimento, in assenza di un codice, a una “materia regolata dal diritto amministrativo”. E’ opportuno che i quesiti siano formulati facendo riferimento, oltre che ai principi fondamentali, ai testi normativi comunemente inclusi nei compendi della legislazione in materia. A titolo meramente esemplificativo possono indicarsi: la legge 7 agosto 1990 n. 241, il decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, il decreto del presidente della Repubblica 6 giugno 2001 n. 380, il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, il decreto legislativo 2 luglio 2010 n. 104, il decreto legislativo 4 marzo 2013 n. 33, decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50.

4. Omogeneità dei quesiti

I quesiti predisposti da ciascuna commissione o sottocommissione d’esame devono essere il più possibile omogenei, per struttura, lunghezza e complessità. La previa condivisione dei quesiti da sottoporre, prima di ciascuna seduta della commissione esaminatrice, serve a garantire il rispetto della omogeneità dei quesiti e la conformità alle previsioni della disciplina dell’esame, ivi comprese le presenti linee guida. Particolare attenzione deve essere prestata alla chiarezza della formulazione.

5. Discussione

Finito l’esame preliminare del caso, il candidato dovrà presentare alla commissione e argomentare la propria proposta di soluzione, che presuppone l’individuazione delle questioni coinvolte, degli istituti e delle norme applicabili. In sede di discussione, la commissione potrà porre domande al candidato, al fine di chiarire la soluzione prospettata.

6. Valutazione dei candidati

La prova è volta a verificare:

a) la capacità del candidato di inquadrare ed elaborare in tempo breve il caso proposto e di individuarne gli eventuali rimedi a disposizione, con il supporto dei testi di legge, annotati con la sola giurisprudenza;

b) la capacità del candidato di discutere il caso in modo sintetico ed efficace, mostrando l’attitudine a individuare i problemi posti dal caso concreto e a prospettare, anche alternativamente, soluzioni plausibili alla luce della normativa e della giurisprudenza e che si rivelano pertanto meritevoli di un ideale approfondimento da parte del professionista.

Ciò premesso, si riportano di seguito i criteri di valutazione ai quali le commissioni d’esame dovranno attenersi:

- correttezza della forma espositiva, anche sotto il profilo grammaticale e sintattico, padronanza nell’uso del linguaggio giuridico;

- chiarezza, logicità, completezza, sinteticità, rigore metodologico dell’esposizione;

- capacità di individuare i nuclei problematici, le questioni di diritto, gli istituti sostanziali e processuali coinvolti, la disciplina applicabile, gli eventuali orientamenti giurisprudenziali e dottrinali;

- dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati strettamente pertinenti al quesito da risolvere;

- capacità di stabilire nessi tra gli istituti sostanziali e processuali che vengono in rilievo;

- dimostrazione di concreta capacità di prospettare soluzioni plausibili di problemi giuridici, sulla base del diritto sostanziale e del diritto processuale, anche attraverso riferimenti essenziali agli orientamenti giurisprudenziali e ad eventuali esperienze maturate durante la pratica professionale;

- dimostrazione della capacità di cogliere eventuali profili di interdisciplinarietà;

- capacità di argomentare adeguatamente e in modo persuasivo la soluzione del caso prospettata all’esito dell’esame preliminare.