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impiego pubblico - impiegati di enti pubblici rapporto di impiego - trattamento economico e di quiescenza - Corte di Cassazione, Sez. L, Sentenza n. 10105 del 29/04/2013

Principio di parità ex art. 45, d.lgs. n. 165 del 2001 - Portata - Differenziazioni di trattamento previste dalle contrattazione collettiva - Legittimità - Limiti - Fondamento - Fattispecie relativa alla pretesa equiparazione stipendiale al personale di ruoli soppressi ad esaurimento. Corte di Cassazione, Sez. L, Sentenza n. 10105 del 29/04/2013

In materia di pubblico impiego privatizzato, il principio espresso dall'art. 45 del d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, secondo il quale le amministrazioni pubbliche garantiscono ai propri dipendenti parità di trattamento contrattuale, opera nell'ambito del sistema di inquadramento previsto dalla contrattazione collettiva e vieta trattamenti migliorativi o peggiorativi a titolo individuale, ma non costituisce parametro per giudicare le differenziazioni operate in quella sede, in quanto la disparità trova titolo non in scelte datoriali unilaterali lesive, come tali, della dignità del lavoratore, ma in pattuizioni dell'autonomia negoziale delle parti collettive, le quali operano su un piano tendenzialmente paritario e sufficientemente istituzionalizzato, di regola sufficiente, salva l'applicazione di divieti legali, a tutelare il lavoratore in relazione alle specificità delle situazioni concrete. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha confermato la sentenza di merito la quale aveva ritenuto che la distinzione in termini stipendiali prevista dalla contrattazione collettiva fra il personale appartenente a ruoli ad esaurimento di ispettore generale o di direttore di divisione del Ministero dell'economia e gli altri dipendenti della ex IX qualifica funzionale, tutti ormai inseriti nell'area contrattuale "C" dai c.c.n.l. del 12.2.99 e del 12.6.03, lungi dal determinare una violazione di legge, costituisse attuazione della norma transitoria contenuta nell'art. 69, comma 3, del d.lgs. n. 165 del 2001).

Corte di Cassazione, Sez. L, Sentenza n. 10105 del 29/04/2013