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professione forense - nuove opportunità

Insieme per la PROFESSIONE: nuove opportunità

insiem bis

 

 

 

 L’antica PROFESSIONE forense, come conosciuta da alcuni di noi, ha perduto lo status privilegiato di cui godeva nelle società ed è più di altre piena di rischi e di difficoltà dovute alla complessità della legislazione, alle lungaggini della giustizia, ai rilevanti oneri economici previsti, all’eccessivo numero degli iscritti, alla assenza di Istituzioni rappresentative della categoria forti e qualificate. 

Moltissimi Colleghi, negli ultimi anni, si sono allontanati delle nostre ISTITUZIONI FORENSI dichiarando apertamente di non voler partecipare, di non voler proporre candidature (al Consiglio, alla Cassa, al Congresso Nazionale Forense) e molti hanno deciso di non venire a votare. 

La nuova legge professionale (L.247/2012) ha introdotto, tra l’altro, alcuni importanti principi: 1.incompatibilità delle cariche istituzionali; 2.mandati elettivi a termine (per evitare di vedere sempre gli stessi candidati; 3.divieto di assumere incarichi dagli uffici giudiziari del circondario se eletti al Consiglio  (per togliere ogni dubbio su interessi personali) 4.consiglio costituito da 25 componenti con tutela delle minoranze (1/3) e del genere; 5.consiglio distrettuale di disciplina autonomo composto da avvocati non consiglieri; 6.nuovo organismo politico-congressuale 

Alla luce di queste nuove disposizioni oggi è venuto il momento di un impegno da parte di tutti  per creare  Istituzioni rappresentative in grado di “trattare” con i politici e gli altri operatori della giustizia del  futuro della PROFESSIONE forense. 

La PROFESSIONE ha necessità di acquisire nuove funzioni e opportunità poichè,  in mancanza,  continuerà nella sua irrimediabile decadenza 

Nuovi spazi  possano essere ricavati: -nel settore accertativo; -nel settore esecutivo; -nel settore amministrativo; --nel settore stragiudiziale e, pertanto,: 

-dobbiamo portare fuori dal sistema giurisdizionale gran parte delle attività di “accertamento” e affidarle agli avvocati come ad esempio:  i “procedimenti speciali”: decreti ingiuntivi, convalide di sfratto per morosità, accertamenti tecnici preventivi le separazioni consensuali ed i divorzi congiunti, le divisioni fatte con l’accordo delle parti e ad altri atti nei quali la volontà dei contendenti è garantita dalla presenza di un avvocato per ciascuna parte. 

-dobbiamo far  affidare agli avvocati tutte le notifiche,  la facoltà di rilasciare copie, di eseguire  i pignoramenti mobiliari e in genere le procedure esecutive e di organizzare le aste mobiliari sotto la sorveglianza del Consiglio dell’ordine. 

-dobbiamo far potenziare la figura giuridica del “contratto assistito” – “negoziazione assistita” (cioè del contratto in cui le parti sono tutelate da avvocati) e così riconoscere carattere di “titolo esecutivo” alle “transazioni” effettuate dalle parti con l’assistenza dei rispettivi avvocati. 

-dobbiamo far affidare le attività accertative preliminari (oggi della P.a.) collegate alle attività decisionali volte al rilascio di concessioni, autorizzazioni, licenze, ecc.,). 

Il trasferimento agli Avvocati  dei settori su indicati amplierebbe sensibilmente il campo di lavoro degli stessi, determinerebbe una maggiore speditezza delle procedure e nello stesso tempo conferirebbe ai professionisti