Mediazione
20 febbraio 2010- Mediazione - ancora un provvedimento negativo per l'avvocatura (comunicato OUA)
COMUNICATO STAMPA
MEDIAZIONE, APPROVATO IL DECRETO LEGISLATIVO, L'OUA SI OPPONE: UNA SCELTA SBAGLIATA, NON RIDURRA’ IL CONTENZIOSO GIUDIZIARIO
L’OUA ha accolto negativamente l’approvazione, oggi, in Consiglio dei ministri, del decreto legislativo sulla mediazione. In queste settimane gli avvocati hanno più volte espresso il parere negativo rispetto ad alcuni punti del provvedimento e in particolare sulla scelta dell’obbligatorietà del tentativo di conciliazione. Per l’avvocatura il ricorso a questo strumento come mezzo per ridurre il carico giudiziario è un’illusione. In questa direzione sono stati registrati i pareri critici della Commissione Giustizia del Senato e del Csm. Altro nodo di forte dissenso la mancata previsione dell’assistenza dell’avvocato.
«Una scelta sbagliata – ammonisce Maurizio de Tilla, presidente Oua - bastava ascoltare le differenti, ma in questo caso coincidenti, voci degli operatori della giustizia e delle stesse commissioni parlamentari. Con questo decreto legislativo, così come è stato approvato si rischia fondamentalmente di perdere tempo: l’obbligatorietà si risolverà in un procrastinarsi dell’inizio dell’azione giudiziaria senza alcun risultato pratico. Della stessa opinione è stato anche il C.S.M, che ha affermato che l'aver reso obbligatorio il ricorso alla mediazione non sembra la soluzione migliore per assicurare la diffusione della cultura per la risoluzione alternativa delle controversie. Ed è bene ricordare che anche la Commissione Giustizia del Senato ha bocciato lo schema legislativo su questo punto per numerose materie».
«Il tentativo di conciliazione – continua - può infatti avere successo solo se è sostenuto da una reale volontà conciliativa e non se è svolto per ottemperare ad un obbligo.
In questo caso si trasformerebbe in un adempimento formale che ingolferebbe gli uffici, ritardando la definizione della controversia e sottraendo energie allo svolgimento dei tentativi di conciliazione seriamente intenzionati».
«Altro aspetto che non si può condividere – aggiunge il presidente dell’Oua - è la mancata previsione della necessaria assistenza dell’avvocato. Anche la fase del tentativo di conciliazione comporta l’esame di complicate questioni di diritto che solo la presenza del difensore può garantire nella corretta prospettazione».
«Il Governo ritorni sui suoi passi – conclude de Tilla - e ascolti con attenzione le analisi e i suggerimenti di chi tutti i giorni opera nei tribunali a contatto con i cittadini: la conciliazione va promossa non per realizzare un effetto deflattivo del contenzioso civile, ma perché rappresenti uno strumento di ampliamento dell'area della tutela dei diritti».
Roma, 19 febbraio 2010