Tardività della ricusazione
Prova civile - consulenza tecnica - consulente d'ufficio - astensione e ricusazione - tardività della ricusazione - conseguenze - acquisizione della consulenza agli atti - sopravvenuta conoscenza della causa di ricusazione - rimedi - potere di sostituzione del giudice - compenso al consulente per l'attività svolta - spettanza. Corte di Cassazione Sez. 2, Ordinanza n. 28103 del 05/11/2018
>>> L'art. 192, comma 2, c.p.c., nel prevedere che l'istanza di ricusazione del consulente tecnico d'ufficio deve essere presentata con apposito ricorso depositato in cancelleria almeno tre giorni prima dell'udienza di comparizione, preclude definitivamente la possibilità di far valere successivamente la situazione di incompatibilità, con la conseguenza che la consulenza rimane ritualmente acquisita al processo. A tale principio non è consentita deroga per l'ipotesi in cui la parte venga a conoscenza soltanto in seguito della situazione di incompatibilità, poiché, in questo caso, è possibile esclusivamente prospettare le ragioni che giustificano un provvedimento di sostituzione affinché il giudice, se lo ritenga, si avvalga dei poteri conferiti dall'art. 196 c.p.c., spettando, comunque, all'ausiliario il compenso per l'attività svolta.
Corte di Cassazione Sez. 2, Ordinanza n. 28103 del 05/11/2018