procedimento civile - domanda giudiziale - interpretazione e qualificazione giuridica - Corte di Cassazione, Sez. 3, Sentenza n. 21421 del 10/10/2014
Delle domande delle parti - Giudizio di fatto - Incensurabilità in cassazione - Limiti - Deduzione di vizio ex art. 112 cod. proc. civ. o ex art. 345 cod. proc. civ. derivato dall'interpretazione - Configurabilità di "error in procedendo" - Conseguenze - Fattispecie in tema di domanda ex art. 2041 cod. civ. proposta per la prima volta in appello. Corte di Cassazione, Sez. 3, Sentenza n. 21421 del 10/10/2014
Il principio secondo cui l'interpretazione delle domande, eccezioni e deduzioni delle parti dà luogo ad un giudizio di fatto, riservato al giudice di merito, non trova applicazione quando si assume che tale interpretazione abbia determinato un vizio riconducibile alla violazione del principio di corrispondenza fra il chiesto e il pronunciato (art. 112 cod. proc. civ.) od a quello del "tantum devolutum quantum appellatum" (art. 345 cod. proc. civ.), trattandosi in tal caso della denuncia di un "error in procedendo" che attribuisce alla Corte di cassazione il potere-dovere di procedere direttamente all'esame ed all'interpretazione degli atti processuali e, in particolare, delle istanze e deduzioni delle parti. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza impugnata che aveva ritenuto inammissibile la domanda ex art. 2041 cod. civ., proposta in appello, in quanto avente una "causa petendi" e un "petitum" sostanziale e formale diversi dalle domande formulate in primo grado, riconducibili a quelle di adempimento del contratto di appalto).
Corte di Cassazione, Sez. 3, Sentenza n. 21421 del 10/10/2014