Class action
Un documento di Abi, Ania, Assonime e Confindustria vuole scardinare il ddl del ministro Bersani sulle Class action - Class action, la guerra è dichiarata (Articolo tratto da: Italia Oggi Data Pubblicazione 24/10/2006 - Stefano Sansonetti)
Banche e assicurazioni contro le associazioni dei consumatori
La class action accende le ire di banche, assicurazioni e grandi società finanziarie. E scatena una controffensiva che ha l'obiettivo di scardinare il disegno di legge in materia messo a punto nelle scorse settimane dal ministro per lo sviluppo economico, Pier Luigi Bersani. Dopo una serie di riunioni, Abi, Assonime, Ania e Confindustria hanno elaborato un documento in cui manifestano tutta la loro contrarietà nei confronti dell'azione collettiva e in cui propongono un pacchetto per correggerne lo schema, a partire dall'introduzione di un vaglio preventivo dell'ammissibilità della class action da parte del giudice.
Il documento, che ItaliaOggi ha avuto modo di consultare, prende soprattutto di mira le associazioni dei consumatori, legittimate dal ddl Bersani ad attivare l'azione collettiva a scopo risarcitorio, chiedendone una riformulazione della governance per ragioni di trasparenza e rappresentatività. In questa direzione si inseriscono la richiesta di fissare un obbligo di redazione del bilancio, con tanto di certificazione, e quella di prevedere più stringenti requisiti di onorabilità in capo ai loro legali rappresentanti. Insomma, spaventate dalle conseguenze che l'introduzione della class action potrebbe produrre, basti pensare ai recenti crac finanziari, Abi, Assonime, Ania e Confindustria sono scese pesantemente in campo. E sullo sfondo si va profilando anche l'appoggio rilevante della Banca d'Italia, che attraverso una riflessione affidata all'ufficio studi ha di fatto appoggiato le rivendicazioni delle banche (vedi box in pagina).
Tra le preoccupazioni che agitano i sonni degli autori del documento, tra l'altro, c'è il fatto che accanto al ddl Bersani (ac 1495, depositato in commissione giustizia della camera), dall'inizio della legislatura sono stati depositati altri 4 progetti legislativi da parte della maggioranza. Tra questi il più temuto è soprattutto il testo del presidente della commissione finanze del senato, Giorgio Benvenuto, il cui impianto sembra essere il più vicino a quello del ministro per lo sviluppo economico.
Fermo restando che le associazioni dei consumatori erano abilitate ad agire già all'interno del Codice del consumo (dlgs 206/2005), banche e assicurazioni adesso ne mettono in discussione la trasparenza e la rappresentatività. Per questo chiedono certezze sulla redazione del bilancio e sulla sua certificazione nonché sul curriculum dei loro rappresentanti.
Questi, in sostanza, dovrebbero rispettare requisiti di onorabilità, dimostrando di essere esenti da condanne non solo limitatamente ai settori in cui opera l'associazione, ma anche in riferimento a eventuali reati commessi contro l'economia e la fede pubblica. Altra marcia indietro richiesta è quella relativa alle associazioni dei professionisti e alle camere di commercio.
Queste categorie, che Bersani coinvolge tra i legittimati a proporre l'azione collettiva, proprio non vanno giù ad Abi e compagni, che vi vedono interessi a esperire la class action non coincidenti con quelli dei consumatori.
Così il documento propone anche la cancellazione del patto di quota lite con cui il difensore può pattuire compensi parametrati ai risarcimenti ottenuti.
Stefano Sansonetti