lavoro - lavoro subordinato - retribuzione - determinazione - minimi salariali - Sentenza determinativa della retribuzione ex art. 36 Cost. - Pronuncia secondo equità - Configurabilità - Esclusione - Fondamento - Conseguenze - Appellabilità. Corte di Cass
provvedimenti del giudice civile - sentenza - secondo equità - Sentenza determinativa della giusta retribuzione ex art. 36 Cost. - Pronuncia secondo equità - Configurabilità - Esclusione - Fondamento - Conseguenze - Appellabilità. Corte di Cassazione Sez. L, Sentenza n. 26985 del 22/12/2009
Il potere di emettere una decisione secondo equità ai sensi dell'art. 114 cod. proc. civ. si differenzia dal potere di determinare, nel processo del lavoro, la retribuzione ai sensi dell'art. 36 Cost., atteso che, nel primo caso, la decisione viene adottata a prescindere dallo stretto diritto e presuppone l'istanza delle parti, mentre, nel secondo, non è necessaria alcuna richiesta delle parti e la decisione viene adottata secondo le norme di diritto alla stregua della normativa vigente, con applicazione, in via parametrica, del contratto collettivo di settore di cui non sia possibile l'applicazione diretta e sul presupposto che la retribuzione di fatto corrisposta si appalesa rispondente ai criteri di adeguatezza e proporzionalità posti dalla norma costituzionale. Ne consegue che la sentenza con la quale è stata determinata la giusta retribuzione è appellabile ai sensi dell'art. 339, primo comma, cod. proc. civ.
Corte di Cassazione Sez. L, Sentenza n. 26985 del 22/12/2009