ordinamento giudiziario - disciplina della magistratura - Corte di Cassazione, Sez. U, Sentenza n. 10628 del 15/05/2014
Motivazione di sentenza che riproduce pedissequamente la comparsa conclusionale della parte - Illecito di cui all'art. 2, comma 1, lett. l), del d.lgs. n. 109 del 2006 - Sussistenza - Condizioni - Illecito di cui all'art. 2, comma 1, lett. d), del d.lgs. n. 109 del 2006 - Esclusione. Corte di Cassazione, Sez. U, Sentenza n. 10628 del 15/05/2014
Integra l'illecito disciplinare di cui all'art. 2, comma 1, lett. l), d.lgs. 23 febbraio 2006, n. 109, la condotta del giudice civile che abbia redatto una sentenza con la parte motiva consistente nella integrale, pedissequa riproduzione del contenuto della comparsa conclusionale della parte vittoriosa, qualora la riproduzione sia tale, in concorso con ulteriori elementi sintomatici, da poter indurre a ritenere che il giudice non abbia compiuto alcuna effettiva valutazione del caso sottoposto al suo esame, violando così il dovere di garantire che la decisione sia assunta in piena autonomia di giudizio. Né, a tal fine, è sufficiente che il giudice abbia reso chiaro che quanto scritto in sentenza non costituisce il frutto di un'elaborazione propria, non essendo ciò idoneo a rendere palese che egli abbia considerato anche le argomentazioni opposte. Per contro, l'insita indeterminatezza dei destinatari di una simile condotta esclude che sia configurabile l'illecito di cui alla lett. d) del citato art. 2, che ha riguardo a comportamenti scorretti nei confronti delle parti e dei loro difensori e, dunque, nei confronti di soggetti determinati, ancorché non individuati.
Corte di Cassazione, Sez. U, Sentenza n. 10628 del 15/05/2014