Convegno in videoconferenza di gruppo Mercoledì 23 Aprile 2025
Mercoledì 23 Aprile 2025 h. 13,30 / 16.30 - LE PRINCIPALI SENTENZE 2025 DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI - I controlli fiscali dell’Italia violano i diritti umani - Diritto alla vita: sversamenti e incendi illegali di rifiuti tossici - Relatori Avv. Maurizio De Stefano e avv. Domenico Condello - Convegno in videoconferenza di gruppo a distanza - Richiesto accreditamento al Consiglio Nazionale Forense - due/tre crediti formativi
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2. delibera di accreditamento C.N.F.
CONVEGNO IN VIDEOCONFERENZA DI GRUPPO A DISTANZA
LE PRINCIPALI SENTENZE 2025 DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI
I controlli fiscali dell’Italia violano i diritti umani
Diritto alla vita: sversamenti e incendi illegali di rifiuti tossici
Mercoledì 23 Aprile 2024 h. 13.30-16.30
INTRODUCE
Avv. Domenico Condello
Già Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Roma
Direttore Scientifico rivista giuridica online ForoEuropeo
RELATORE
Avv. Maurizio De Stefano
Avvocato del Foro di Roma
Patrocinante dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
PROGRAMMA
Il relatore si soffermerà sui seguenti decisioni:
2025 - Ispezioni fiscali, la Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia: Guardia di Finanza ed Entrate violano i diritti umani. I controlli fiscali dell’Italia violano i diritti umani. È, in estrema sintesi, il contenuto della sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), secondo cui Guardia di Finanza e Agenzia delle entrate esercitano poteri pressoché illimitati durante ispezioni e controlli fiscali.
2025 - La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha condannato l’Italia per violazione dell’Articolo 2 (diritto alla vita) a causa della gestione inefficace dell’emergenza ambientale nella Terra dei Fuochi, un’area della Campania colpita da decenni di sversamenti e incendi illegali di rifiuti tossici. I ricorrenti, residenti nei comuni colpiti, hanno denunciato l’inerzia dello Stato nel proteggere la loro salute e nell’adottare misure preventive efficaci. La Corte ha riconosciuto che il governo italiano era a conoscenza del fenomeno già dagli anni ’90, ma ha risposto in modo tardivo e frammentato, senza adottare misure tempestive e coordinate per la tutela della popolazione.
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